Sonno

IL SONNO “Momentaneo stato di incoscienza”

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I ritmi di sonno e veglia, meglio noti come ritmi circadiani, sono caratterizzati da specifici processi fisiologici, pertanto è bene che i tempi di riposo e veglia vengano egualmente rispettati. sonnoDurante la fase di “sonno” si ha una transitoria perdita di coscienza ed una parziale riduzione di diverse funzioni biologiche; in questa fase, per esempio, si riduce la produzione degli ormoni corticoidi ed adrenergici, viceversa aumenta la secrezione dei fattori di crescita. La qualità del sonno determina, inoltre, la qualità della vita diurna.
Diversi studi clinici sono stati effettuati per analizzare il sonno da un punto di vista fisiologico, grazie anche all’ausilio di elettroencefalografie, elettrooculografie ed elettromiografie. Da tali studi è emerso che il sonno non è costante, ma costituito da cicli, ciascuno dei quali consta di una fase NREM, ovvero “sonno ortodosso”, ed una fase REM, ovvero “sonno paradosso” poiché sono stati osservati movimenti della pupilla; in quest’ultima fase, che genericamente si verifica 4/5 volte durante la notte, si hanno i sogni.
Più in particolare, gli stadi del sonno sono:

Stadio 1: NREM, rappresenta l’addormentamento, nel quale l’attività cerebrale rallenta;
Stadio 2: NREM, fase di sonno leggero, in cui le onde cerebrali sono simili a quelle visibili in fase di veglia;
Stadio 3: NREM, fase di sonno profondo caratterizzato da onde cerebrali molto lente ed ampie;
Stadio 4: NREM, fase di sonno profondo in cui l’organismo si rigenera, ripristinando le riserve metaboliche;
Stadio 5: REM, in questo stadio le onde cerebrali evidenziano il movimento oculare.

La durata di ciascuno stadio varia da individuo ad individuo, in base a fattori diversificati anche ambientali.
Da tale analisi diremo che il sonno non è un evento passivo, bensì il tempo/momento impiegato dall’organismo umano per catalogare tutti gli avvenimenti utili della giornata e cancellare ciò che è ritenuto inutile. In queste fasi viene comunque sempre mantenuto lo stato di vigilanza, che permette all’individuo di reagire a stimoli sensoriali di pericolo; la corretta elaborazione degli eventi diurni trascorsi consente al soggetto di affrontare il nuovo giorno senza ansie e depressione.
L’insonnia è una patologia che non consente al malato di dormire per un numero di ore sufficiente a garantire gli equilibri circadiani; generalmente l’insonnia è caratterizzata da difficoltà nell’addormentamento, ripetuti risvegli notturni e brevissimi periodi di sonno.
L’insonnia può distinguersi in:
occasionale: ovvero può capitare di tanto in tanto, in tal caso non è necessario un intervento farmacologico;
transitoria: quando persiste almeno per alcune settimane, in genere dovuta a patologie collaterali o a forti stati emozionali;
cronica: quando perdura per più di un mese; in tal caso si tratta di una vera e propria patologia da trattare con farmaci adeguati.
Le cause dell’insonnia possono essere diverse: disturbi fisici o psichici, l’uso di farmaci che hanno come effetto collaterale l’insonnia, l’uso di sostanze stupefacenti e d’abuso.
Esiste anche un quarto tipo di insonnia, detta “non organica” o primaria, le cui cause non sono conosciute. Il trattamento dell’insonnia comprende:
La prevenzione non farmacologica: ovvero giusti e ragionevoli orari per andare a dormire, cene leggere, non fare intense attività fisiche prima dell’addormentamento e ricreare buio e silenzio.
La psicoterapia con training autoogeni e tecniche di rilassamento.
La terapia farmacologica con farmaci ipnotico-sedativi.

 

ECCO QUANTE ORE DORMIRE AD OGNI ETA.

ECCO QUANTE ORE DORMIRE AD OGNI ETA’. LA TABELLA

Quante ore dormite per notte? Sono sufficienti per la vostra età? Forse pensate di non riuscire a riposare abbastanza durante la notte, soffrite di insonnia o vi svegliate già stanchi. Ora gli esperti ci indicano per quante ore dovremmo dormire ogni notte in base alla nostra età.

Le nuove raccomandazioni sul numero di ore di sonno arrivano dalla National Sleep Foundation degli Stati Uniti. Le indicazioni arrivano dopo due anni di approfondimenti da parte degli esperti, in collaborazione con l’American Geriatrics Society e con l’American Academy of Pediatrics.

Gli esperti hanno analizzato 300 studi dedicati al sonno e hanno tratto le proprie conclusioni, dopo un lungo lavoro, per quanto riguarda il numero di ore di riposo da consigliare ad ogni età. Per ogni fascia di età non si dovrebbe mai superare il limite massimo stabilito.

Da 0 a 3 mesi: la durata ideale del sonno va dalle 14 alle 17 ore

Da 4 a 11 mesi: le ore di sonno raccomandate sono 12-15, ma il range è più ampio, 10-18

Da 1 a 2 anni: dormire 11-14 ore al giorno, il range da mantenere è entro le 9-16 ore

Da 3 a 5 anni: dormire da 10 a 13 ore, non più di 14 ore e non meno di 8

Da 6 a 13 anni: dormire da 9 a 11 ore, comunque non meno di 7 e non più di 12

Da 14 a 17 anni: dormire da 8 a 10 ore, non più di 11 e non meno di 7

Dai 18 ai 25 anni: dormire da 7 a 9 ore, non meno di 6 e non più di 11

Dai 26 ai 64 anni: dormire da 7 a 9 ore, non meno di 6 e non più di 10

Dai 65 anni in poi: dormire 7 o 8 ore, non meno di 5 e non più di 9

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Russare: fastidio e pericolo per la salute

 

 

 

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Russare è molto più di un fastidio notturno che impedisce di conciliare il sonno. Se anche il vostro partner russa, è possibile che non sappiate cosa fare, quale rimedio suggerirgli o come fargli smettere di emettere quel fastidioso rumore che non vi fa dormire.

Si parla spesso del russare come di una caratteristica maschile, ma sapevate che l’apnea del sonno è frequente anche tra le donne? È una realtà molto comune e allo stesso tempo pericolosa. Non bisogna trascurarla.

Molte donne vanno a letto angosciate perché hanno paura di infastidire il partner, consapevoli che l’apnea notturna ha come conseguenze l’impossibilità di riposare correttamente, l’irritabilità e il mal di testa mattutino. Cosa potete fare per liberarvi di questo fastidioso disturbo del sonno?

Russare nella vita quotidiana

Almeno il 20% della popolazione russa durante la notte. E, come sapete, è anche motivo di litigio tra le coppie, soprattutto se uno dei due non lo ammette o, pur sapendolo, evita di dare eccessiva importanza a un problema che considera un semplice fastidio notturno.

Chi russa sonoramente e lo fa tutte le notti, si alza stanco, ma non è tutto: manifesta spesso mal di testa, malessere fisico, irritabilità, stress, aumento della pressione arteriosa. Queste sono tutte realtà che possono sfociare in malattie molto più gravi se non si cerca aiuto, perché bisogna capire che russare non è una cosa normale che fanno tutti.

Quali sono le cause del russare?

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  • Russare è segno di qualcosa che sta accadendo all’interno del nostro corpo. Quando russiamo, perdiamo una certa quantità di energia e questo si ripercuote sulla nostra vita quotidiana. Di fatto, molti medici definiscono questo disturbo come “febbre interiore”, cioè lo considerano un indicatore di salute.
  • Questo disturbo è dovuto ad un restringimento delle vie respiratorie verso i polmoni, in seguito al quale entra meno ossigeno e l’organismo va in ipossia. Poiché non entra aria sufficiente, si produce una vibrazione, responsabile del fastidioso rumore.  Se, in qualsiasi momento, smettesse di entrare aria, l’organismo “smetterebbe di respirare” per un breve periodo di tempo. Questo fenomeno è conosciuto come “apnea del sonno”.
  • Generalmente, le cause del russare si riducono principalmente all’apnea del sonno. Tuttavia, tra i fattori scatenanti, ricordiamo anche la presenza di polipi, l’anatomia del setto nasale o del palato oppure la presenza di allergie. Se russare è un’abitudine costante per voi, allora rivolgetevi al vostro medico per una diagnosi accurata.
  • L’apnea notturna non è un disturbo qualsiasi. Bisogna tenere presente che i polmoni smettono di ricevere ossigeno e che il cervello deve ordinare ai muscoli respiratori di fare uno sforzo maggiore per ottenere aria, da qui il russare sonoro ed improvviso. Se a lungo andare l’apnea del sonno diventa cronica, potrebbe provocare ipertensione, insufficienza cardiaca, diabete di tipo 2 e anche aumentare il rischio di infarti cerebrali e ictus. Non dimenticate che il corpo, il cervello e il cuore smettono di ricevere ossigeno per alcuni secondi: è una cosa grave.

Consigli per ridurre il russare notturno

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In primo luogo, c’è da chiarire un aspetto: russare è sintomo di qualcosa che non va.Non è la stessa cosa russare per una settimana a causa del raffreddore o di un’allergia e russare sempre, sia di notte, sia dopo pranzo, durante il riposino.

Consultate sempre il vostro medico se voi o il vostro partner russate da tempo. Se vi viene diagnosticata l’apnea del sonno, è necessario che seguiate scrupolosamente le indicazioni mediche che vi verranno prescritte.

A questo punto, anche se russate occasionalmente e non fate troppo rumore, non vi farà male seguire questi semplici consigli. Prendete nota:

  • Tenete il peso sotto controllo, perché l’obesità è tra le cause del russare notturno.
  • Se siete fumatori, abbandonate subito questo vizio. L’ostruzione delle vie respiratorie può essere una conseguenza del fumo, responsabile anche della tosse e del malessere.
  • Dormite sempre di fianco. Una semplice tecnica per abituarsi a questa posizione consiste nel mettere, o cucire, una pallina da tennis sulla parte posteriore del pigiama. In questo modo, quando vi metterete a pancia in su, avvertirete il fastidio della pallina da tennis e vi sistemerete di fianco.
  • Cercate di rispettare degli orari per quanto riguarda l’alimentazione e il momento di andare a letto. La routine fa bene alla salute dell’organismo.
  • Mantenete il vostro corpo idratato durante tutto l’arco della giornata. Bevete acqua in abbondanza e utilizzate soluzioni fisiologiche per decongestionare il naso qualora fosse necessario. Le mucose nasali non saranno così secche e non russerete.
  • Cambiate regolarmente la federa del cuscino. A volte, l’accumulo di acari può scatenare allergie o seccare le vie respiratorie. Vale la pena tenerlo presente.
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10 curiosità sul sonno che dovreste conoscere

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Come dormite di solito? Il vostro è un sonno profondo e ristoratore oppure siete tra quelle persone che si svegliano molte volte durante la notte? Senza ombra di dubbio, l’insonnia è la peggior maledizione che si possa soffrire di notte. Una condizione che, se diventa cronica, può comportare problemi di salute piuttosto seri.

In questo articolo vogliamo svelarvi 10 interessanti aspetti che riguardano il sonno.Non dimenticate che la mancanza di un sonno continuativo è un problema da trattare accuratamente.

Non limitatevi ad assumere i classici sonniferi o benzodiazepine perché, spesso, basta apportare semplici cambiamenti per quanto riguarda le proprie abitudini di vita o alimentari per ottenere risultati eccellenti.

1. La mancanza di sonno provoca un aumento di peso

 

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Uno studio recente pubblicato sulla rivista Endocrine Society ha rivelato alcune informazioni molto interessanti che vale la pena prendere in considerazione.Se avete problemi di insonnia cronica o non riuscite a riposare bene durante la notte, il vostro metabolismo rallenta, inoltre il sistema linfatico subisce delle alterazioni.

Il corpo smette di filtrare correttamente le tossine, il fegato non riesce a depurarsi completamente e, a poco a poco, è facile aumentare di peso. Tuttavia, l’abitudine di andare a dormire sempre alla stessa ora e di riposare adeguatamente tra le 6 e le 8 ore è un regalo enorme per la salute in generale. E vi permetterà di dimagrire!

2. Quante ore bisogna dormire?

In generale, la quantità di sonno dipende dal singolo individuo. C’è chi ha bisogno di dormire 9 ore per sentirsi attivo la mattina seguente, altre persone, invece, dormono solo 6 ore. Tuttavia, è importante tenere presente questi dati:

  • Non dovete mai dormire meno di 6 ore.
  • La quantità di sonno ideale per poter svegliarsi riposati comprende almeno 5 ore consecutive e ininterrotte di sonno.
  • Se siete nell’età adulta, vi sconsigliamo di dormire più di 11 ore di fila (a meno che non dobbiate recuperare ore di sonno perse). Se dormite più di 11 ore di seguito, potreste ottenere l’effetto contrario, ovvero alzarvi stanchi.

3. Dormire poco causa una perdita della massa ossea

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Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Bone and Mineral Research review rivela un aspetto molto importante da tenere in considerazione:

  • Dormire poco e soffrire di apnea notturna sono due abitudini associate all’osteoporosi. Il motivo? L’apnea fa sì che l’organismo riceva meno ossigeno e che presenti infiammazioni e, di conseguenza, il metabolismo viene alterato. Tutto questo incide sulla massa ossea.

4. Dormire poco può provocare demenza

In questo caso, all’insonnia bisogna aggiungere anche l’apnea notturna perché questo rischio si faccia più preoccupante. La mancanza di ossigeno continuata notte dopo notte colpisce direttamente la salute cerebrale, causando piccoli microinfarti che, prima o poi, sfociano nella demenza. È molto pericoloso.

Ricordate che è di grande importanza rivolgersi al medico in caso di apnea notturna.

5. Perché non fare un po’ di attività fisica?

Una cosa semplice come uscire a fare una passeggiata di 15 minuti dopo cena aiuta non solo a conciliare il sonno, ma anche a dormire più ore di seguito. Cosa aspettate a fare un po’ di attività fisica tutti i giorni? Vale davvero la pena!

6. I benefici di un breve sonnellino

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Chi ha detto che il sonnellino pomeridiano è per le persone pigre? Assolutamente no! Dormire dopo mezzogiorno per circa 15 o 20 minuti aiuta a recuperare il sonno perduto durante la notte, oltre a rilassare moltissimo il corpo e a permetterci di arrivare la sera più tranquilli.

7. I benefici dello yoga e della meditazione

Secondo quanto rivelano gli esperti, chi soffre maggiormente di insonnia ha un’età superiore ai 50 anni. Praticare esercizi di rilassamento ogni giorno è un’abitudine positiva per le persone di tutte le età, ma nel caso delle persone che hanno più di 50 anni, i benefici sono ancora maggiori.

Se iniziate, ad esempio, a praticare lo yoga, scoprirete come dormire meglio e migliorare anche altri aspetti della vostra vita.

8. L’insonnia stimola eccessivamente il cervello

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Il cervello ha bisogno che il corpo riposi durante la notte perché è proprio in quel momento che può portare a termine le sue funzioni, come organizzare le informazioni, inviare ordini al sistema linfatico perché depuri l’organismo, conservare i ricordi, sognare, etc.

Ecco, quindi, che se restiamo svegli, il cervello è troppo stimolato, compare il mal di testa, la stanchezza mattutina, manca la concentrazione.

9. L’insonnia fa perdere un po’ la memoria

Come vi abbiamo già anticipato, il cervello ha bisogno di una buona dose di riposo per organizzare le informazioni, per classificare e memorizzare dati e ricordi. Se questo non avviene, cioè se passiamo la notte in bianco, il cervello non può completare tutte le sue funzioni. Poco a poco, possiamo notare di avere qualche difficoltà a ricordare dati e informazioni, dimentichiamo appuntamenti, conversazioni, date. Per questo, dormire è molto importante.

10. Di notte, si verifica un vero e proprio “lavaggio del cervello”

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Siete sorpresi? È solo un’espressione per indicare una funzione davvero curiosa:

  • Durante la notte, le nostre cellule cerebrali si compattano per lasciar fluire meglio il liquido cerebrospinale. La funzione di questo liquido, chiamato anche liquido cefalorachidiano, è quella di portare con sé tutte le sostanze di rifiuto che le cellule hanno prodotto durante il giorno. Come potete immaginare, è una funzione molto importante e, se non riposiamo bene, il liquido non la può svolgere correttamente, di conseguenza le tossine si accumulano.
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Cuscino, guida alla scelta del cuscino

Il cuscino non è un semplice rettangolo di stoffa imbottito di materiale soffice, ma un vero e proprio compagno, che sostiene più o meno generosamente il capo per circa un terzo della vita. cuscino jelly Il guanciale, al pari della rete e del materasso, è infatti un elemento determinante per la qualità del sonno. Le caratteristiche più importanti sono sicuramente la giusta altezza ed una adeguata consistenza, elementi, questi, fondamentali per una sua ottimale confortevolezza. cuscinoNon è tuttavia semplice stabilire quanto un cuscino debba essere alto e morbido, poiché molto dipende dalla posizione assunta durante il sonno e dalle caratteristiche anatomiche di chi lo utilizza. Una cosa, comunque, è certa: se si dorme sul guanciale sbagliato si rischia, un po’ alla volta, di accusare disturbi anche seri alla schiena, al collo e agli arti superiori, che sovente si traducono in un senso di malessere diffuso al risveglio. Quando si dorme, l’intera colonna vertebrale dovrebbe trovarsi in una posizione naturale e rilassata, a cominciare proprio dal tratto cervicale. La larghezza del cuscino, innanzitutto, dovrebbe essere di circa un metro, in modo da adattarsi all’ampiezza delle spalle ed impedire che la testa scivoli da un lato durante la notte. Anche l’altezza è fondamentale. Se immaginiamo di dormire in posizione supina (a pancia in su), ci rendiamo conto di come un cuscino troppo basso o assente costringa il collo ad accentuare la sua curvatura (lordosi), per compensare quella dorsale (cifosi). E’ come se dalla posizione seduta dalla quale si sta leggendo questo articolo si lasciasse cadere leggermente il capo all’indietro, costringendolo ad una posizione innaturale. Il risultato di questo atteggiamento forzato è l’irrigidimento notturno dei muscoli che sostengono la testa, con la conseguente comparsa di dolori al collo e alle spalle dopo il risveglio. Allo stesso modo un cuscino troppo alto, costringerebbe l’intera colonna e la muscolatura che la sostiene ad una posizione innaturale che, mantenuta così a lungo (circa un terzo della nostra giornata), potrebbe causare non pochi problemi al risveglio. Ci accorgiamo dei fastidi provocati da questo atteggiamento errato quando guidiamo a lungo con la testa flessa in avanti: la colonna non è nella posizione corretta e i muscoli del collo si irrigidiscono. Se dormiamo di lato su un cuscino troppo alto o troppo basso la colonna perde nuovamente la sua linearità. E’ come se stessimo a lungo con il collo piegato verso sinistra o verso destra, la sensazione potrebbe anche essere piacevole nell’immediato, ma di certo non nel lungo periodo. L’altezza del cuscino è dunque un parametro molto importante, strettamente legato alla sua consistenza. Se il guanciale è troppo morbido il collo “sprofonda” al suo interno, mentre se è troppo rigido il problema si capovolge. In entrambi i casi il tratto cervicale della colonna è costretto a mantenere una posizione innaturale, che la muscolatura cerca di compensare costituendo così una potenziale fonte di dolori. Anche la scelta del materiale è molto importante. Asmatici e allergici dovrebbero, per esempio, avvicinarsi con cautela ai classici cuscini imbottiti di piume d’oca, piuttosto confortevoli ma non lavabili e facilmente colonizzabili dagli acari. Quelli in gommapiuma sono invece più igienici , quindi utili per chi soffre di riniti allergiche; troppo caldi d’estate, in alcuni casi possono tuttavia causare problemi di varia natura al collo per via della loro maggiore rigidezza. Un buon compromesso tra comfort ed igienicità è rappresentato dai cuscini in lattice, perché lavabili ed antiacaro; anche in questo caso possono tuttavia risultare eccessivamente rigidi per chi soffre di dolori cervicali. In commercio troviamo anche guanciali “new age”, come i cosiddetti “ad acqua”, che si adattano alla forma del capo quando questo cambia posizione, quelli che emanano essenze rilassanti/stimolanti o quelli associati a pietre particolari, come l’ametista, con lo scopo di rendere più vividi e chiari i sogni. I cuscini in microfibra rappresentano probabilmente la soluzione più moderna e confortevole. Grazie alla particolare intrecciatura delle maglie, permettono la ridistribuzione dei pesi in modo che questa si adatti alla naturale curvatura della regione cervicale. Il sistema è simile a quello del materasso in lattice che, se ben studiato, si abbassa nei punti di pressione per seguire le forme di capo e collo. In alcuni casi queste fibre sono dotate del cosiddetto “sistema antiacaro permanente”. Si tratta di materiali sintetici appositamente studiati per respingere gli acari della polvere, regalando sonni più igienici e riposanti a chi soffre di problemi allergici. Ma i cuscini più all’avanguardia sono quelli dotati del cosiddetto sistema “Memory foam”. Grazie a gel appositamente studiati o a particolari schiume di lattice, sono in grado non solo di adattarsi alla forma del capo e del collo di chi lo utilizza sfruttando il calore che questo emana, ma addirittura di memorizzarla per qualche secondo. Quando durante il sonno ci si gira, la “memoria” viene perduta nel giro di qualche secondo ed il cuscino si adatta immediatamente alla nuova posizione. Non sono quindi la testa ed il collo ad adattarsi al cuscino, ma viceversa. Molto in voga anche i guanciali naturali e biologici, fatti con pula o chicchi di cereale (solitamente il grano saraceno che, a dire il vero, non è un cereale anche se viene comunemente fatto rientrare nella categoria). La presenza del materiale biologico contribuisce a rendere il cuscino avvolgente e riposante, molto fresco d’estate. Non esiste dunque un prodotto ideale e universale che vada bene per tutti, la preferenza di un tipo piuttosto che un altro è del tutto personale. In linea generale, in base ai prodotti attualmente disponibili, il cuscino migliore è quello che possiede le seguenti caratteristiche: facilmente lavabile ed anallergico, traspirante, con sistema antiacaro permanente e costituito di un materiale a memoria di forma. silver-plus-510x340 Dunque, a grandi linee, un cuscino “standard” dovrebbe essere largo circa un metro per un altezza che vari dai 10 ai 20 cm. Da non sottovalutare, inoltre, le preferenze e le sensazioni individuali, sia nel breve, ma soprattutto nel lungo periodo. Per evitare che si trasformi in un ricettacolo di germi e sporcizia, è bene arieggiarlo ogni giorno, preferibilmente non esponendolo ai raggi diretti del sole; è inoltre importante lavarlo quando è possibile ed utilizzare fodere in cotone sostituibili. La durata media, a seconda dell’utilizzo e dell’usura, è di 2-5 anni. I cuscini ortopedici ed i cuscini speciali Il cuscino cosiddetto “a rotolo” è uno dei più utilizzati in presenza di artrosi cervicale, una delle più comuni cause di dolore a questa delicata zona corporea. Va posizionato sotto la normale curva lordotica del collo, in modo da mantenere le vertebre cervicali in lieve trazione e, grazie all’eventuale presenza di rialzi laterali, evitare movimenti indesiderati della testa. Lo stesso schema “strutturale” è comune a molti altri tipi di cuscini sagomati, sempre utili in presenza di dolori cervicali e da utilizzare rigorosamente in posizione supina. Alcuni di questi aiutano a sostenere correttamente la testa, impedendo che quest’ultima assuma posizioni errate anche durante il risposo su un fianco. Un normale guanciale da posizionare sotto le ginocchia aiuta a diminuire la lordosi lombare della colonna e può quindi rivelarsi utile per chi soffre di dolori alla bassa schiena. Sempre da posizionare sotto le gambe, esistono poi dei cuscini appositi, i cosiddetti cuscini elevatori, per chi soffre di problemi circolatori, particolarmente diffusi nel sesso femminile. Molto più alti dei guanciali tradizionali, facilitano il ritorno venoso al cuore e sono quindi utili in caso di gambe affaticate e gonfie, vene varicose, ritenzione idrica, crampi ai polpacci e in gravidanza. Una seconda categoria di cuscini, accomunata dalla forma a cuneo, è stata studiata e riprodotta per mantenere le spalle ed il torace sollevati durante il riposo. Questo tipo di guanciale si rileva un’ottima scelta per chi soffre di ipercifosi dorsale (la cosiddetta “gobba”) o di disturbi respiratori, come asma, apnee notturne e roncopatie (il russare); la leggera flessione anteriore del busto facilita infatti l’atto respiratorio. Esistono poi dei cuscini dedicati esclusivamente al pubblico femminile ed in particolare alle neomamme e a chi soffre di sindrome premestruale, dismenorrea o mastopatie. Sagomato sul torace, con due cavità in corrispondenza dei seni, permette di dormire a pancia in giù senza dolorose compressioni. Anche per le donne in gravidanza esistono appositi cuscini, che devono essere fatti passare sotto la pancia e in mezzo alle gambe, in modo da dormire su un fianco evitando pericolose pressioni sul pancione. In ogni caso, la scelta di un cuscino ortopedico o speciale va sempre eseguita in relazione alle caratteristiche individuali, che lo possono rendere controindicato in un caso, utile in un altro o viceversa. Per questo motivo è molto importante il preventivo consulto con uno specialista. www.materassiinmemory.lombardia.it

Cervicalgia o Dolore cervicale

Cervicalgia o Dolore cervicale
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La cervicalgia o dolore cervicale che interessa la parte alta cervicale della colonna vertebrale è un sintomo molto frequente .
Con il termine generico dolore cervicale si intende il dolore al collo che, spesso, si irradia alle spalle e talvolta alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti delle braccia .
Quando il dolore cervicale è causato da una infiammazione o l’alterazione ossea ( artrosi , ernia discale cervicale , artrite , ecc .) della zona della colonna cervicale può anche influenzare i nervi con comparsa di una sintomatologia caratteristica.
Per questo il dolore cervicale può essere diviso in:

· cervicalgia vera

· sindrome cervico-brachiale

· sindrome cervico-cefalica

Come si manifesta il dolore cervicale o cervicalgia ?

I sintomi possono essere diversi a in relazione alla tipologia di cervicalgia .

Nella cervicalgia vera il dolore interessa prevalentemente il collo e la parte alta della schiena, tra le scapole, e può irradiarsi al braccio e, qualche volta, alla mano nella sindrome cervico-brachiale algica .

In caso di sindrome cervico-cefalica può comaprire cefalea associata a vertigini, disturbi della vista e dell’udito.
Nel dolore cervicale o cervicalgia la presenza di formicoli e iposensibilità agli arti e alle mani possono suggerire la presenza di una anomala pressione sui nervi cervicali spesso secondaria ad artrosi cervicale con ernia discale .

Quali sono le cause frequenti del dolore cervicale o cervicalgia

Le principali cause di dolore cervicale sono spesso secondarie ad un non corretto stile di vita che provoca :

· stress

· tensione

· scarso o assente esercizio fisico
· posture errate, sia durante il giorno, sia durante il riposo.

Traumi occasionali come il colpo di frusta e microtraumi continuativi a livello cervicale sono spesso anche essi causa di cervicalgia.

Esistono poi fattori predisponenti, come alterazioni delle curvature fisiologiche della colonna (per esempio, la cifosi dorsale o l’iperlordosi lombare).

Infine, processi degenerativi delle ossa, come nel caso dell’osteoartrite o dell’artrite reumatoide, portano a dolore cervicale.

Terapia del dolore cervicale o cervicalgia

Date tutte le possibili cause, una diagnosi corretta è fondamentale per poter impostare il trattamento adeguato.

Durante la fase acuta del dolore cervicale la terapia ha lo scopo di:

· ridurre l’intensità del dolore nel tempo più breve possibile

· restituire la capacità di movimento

Il protocollo farmacologico tradizionale prevede la somministrazione di farmaci analgesici e antinfiammatori non steroidei o, nei casi più gravi, l’infiltrazione di anestetici locali o cortisonici .
I farmaci con effetti rilassanti muscolari vengono utilizzare per calmare il dolore favorendo riduzione della tensione muscolare spesso associata alla cervicalgia.
Quando il dolore cervicale è dovuto a un trauma come il colpo di frusta, può essere prescritto l’uso del collare.

Si ricorre alla chirurgia qualora si evidenzi una compressione del midollo spinale o dei nervi a causa, per esempio, di ernie del disco.

In una seconda fase possono essere eseguite:

· fisioterapia

· manipolazioni

· elettroanalgesia

· massoterapia

· termoterapia

· elettromagnetoterapia a bassa frequenza ( consigliata)

Si deve prestare attenzione: le manipolazioni non devono mai essere effettuate in fase acuta e da personale medico o fisioterapisti non esperti .

Nle dolore cervicale o cervicalgia la diagnosi differenziale tra cause meccaniche e stati infiammatori è importante . Infatti negli stati infiammatori il movimento del collo in qualsiasi direzione darà dolore.
Il trattamento manuale è assolutamente controindicato in presenza di artrite reumatoide .
Nel dolore cervicale è importante correggere la postura particolarmente nei soggetti che tendono ad assumere posizioni fisse per molto tempo, come chi lavora molto al computer, con affaticamento generale dei muscoli del collo, braccia e spalle.

E’ necessario consultare il medico nel dolore cervicale

In caso di persistenza di qualche giorno di dolore acuto cervicale e se le terapie non sortiscono l’effetto desiderato.

Azione della Magnetoterapia a campo stabile nella cervicalgia o dolore cervicale

Come in tutte le altre patologie artrosiche la magnetoterapia favorisce un effetto stimolante dell‘irrorazione vascolare .Invece l’azione sul sistema muscolare si esplica con un effetto favorente la ripolarizzazione delle CELLULE MUSCOLARI direttamente impegnate nella contrazione. Tutto questo comporta una significativa azione antidolorifica ed antinfiammatoria .

1) acqua magnetizzata con Piastra bio-magnetica ECO 1 a polarità negativa : favorisce un effetto antinfiammatorio generale .

2) applicazione diretta sulle articolazioni dei bio-magneti Eco 4 a polarità negativa : favorisce effetto antinfiammatorio locale .

3) nel caso di disturbi del sonno causati dal dolore si consiglia di riposare su Stuoia magnetica ECO 5 a polarità negativa : favorisce effetto rilassante ed antinfiammatorio generale

Detraibilità fiscale 19% per Dispositivi Medici Classe 1 Antidecubito

Detraibilità fiscale 19% per Dispositivi Medici Classe 1 Antidecubito
Per tutti i materassi che sono iscritti dal nomenclatore come dispositivi medici classe 1 antidecubito è possibile
fruire della detrazione del 19%, ma a determinate condizioni.
L’ Agenzia delle Entrate , con la risoluzione n° 11 del 26 gennaio 2007, ha infatti chiarito che le spese sostenute
per l’ acquisto di un materasso sanitario possono essere detratte a condizione che il materasso presenti
caratteristiche tali da essere incluso nell’ elenco di cui al D.M. numero 332 del 27 agosto 1999, e sia pertanto
«antidecubito».

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Per poter fruire della detrazione, il contribuente deve essere in possesso di prescrizione medica (consigliata
n.d.r.); in alternativa, il contribuente, a richiesta degli Uffici dell’ Agenzia delle Entrate, può produrre un’
autocertificazione che attesti la necessità per la quale è stato acquistato il materasso.
Più specificatamente:
la qualifica di Dispositivi Medici di Classe 1 e la loro marcatura, permette a questi modelli di beneficiare della
detrazione di imposta per spese sanitarie (art. 15 comma 1, lettera C del TUIR). Pertanto la spesa sostenuta
per l’ acquisto di tali prodotti, potrà essere detratta come spesa sanitaria per un ammontare pari al 19% (per la
parte che supera la franchigia di euro 129,11 da applicarsi sull’ ammontare complessivo di tutte le spese
sanitarie sostenute) nella dichiarazione dei redditi che riguarda il periodo di imposta al quale si riferisce l’
acquisto.
Per usufruire di tale opportunità, è necessario fornire la seguente documentazione:
-prescrizione su carta intestata del medico curante (e/o specialista) attestante la necessità
dell’ utilizzo dei prodotti sopra indicati;
-fattura intestata al contribuente cui si riferisce la spesa.
Questa documentazione deve essere conservata con la dichiarazione dei redditi per almeno 5 anni. Va
sottolineato che il presupposto per la detrazione delle spese sostenute, deve essere riconducibile ad una
patologia comprovata dalla prescrizione medica e attestante la necessità per la quale la spesa si è resa
necessaria.
Quando un Materasso è un dispositivo medico CE in Classe 1?
Un Materasso è un dispositivo medico CE in Classe 1 quando le materie prime utilizzate sono state sottoposte a
test da laboratori esterni certificatori, e quando il sistema di costruzione è stato protocollato sino ad ottenere la
marcatura CE, e la classificazione di materasso ortopedico antidecubito; considerato pertanto a tutti gli effetti
dispositivo medico ai sensi degli art. 1 e 2 del D.LGS del 24 febbraio 1997 n° 46 e succ. modd. e integrazioni e
recepisce la direttiva 93/42/CE «DISPOSITIVI MEDIC I» e succ. modd. e integrazioni.

Il nostro materasso MG MEDICAL  gode della certificazione DISPOSITIVO MEDICO MARCHIO CE CLASSE 1

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La magnetoterapia aiuta ad aggiustare le ossa

Il trattamento che sfrutta gli effetti dei campi magnetici serve soprattutto in caso di fratture che faticano a rinsaldarsi. Ma è utile anche per osteoporosi, dolore cronico e ferite

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I campi magnetici sono noti fin dal tempo degli Egizi, ma il loro utilizzo nella medicina occidentale risale agli anni ’70. Da allora, la magnetoterapia si è diffusa velocemente e oggi è disponibile in quasi tutti gli ambulatori di riabilitazione italiani. La magnetoterapia è una forma di terapia fisica che utilizza le onde elettromagnetiche a bassa frequenza e intensità, tali da non provocare un aumento di calore corporeo. Non va confusa con altri tipi di terapie strumentali, come tecarterapia, laserterapia o Tens. «Le onde agiscono a livello dei tessuti, mobilizzando gli ioni positivi e negativi presenti nel corpo», spiega Raffaele Gimigliano, professore ordinario di medicina fisica e riabilitativa alla Seconda Università degli Studi di Napoli. «In questo modo vengono accelerati i processi di scambio ionico a livello della membrana cellulare e viene stimolato il metabolismo».

PRINCIPALI APPLICAZIONI. I benefici della magnetoterapia? Navigando in Internet si direbbe che questo trattamento sia una panacea: svariati siti promettono miracoli per ogni tipo di male, dall’asma al mal di testa, dalla prostatite all’allergia, dall’insonnia allo stress. «In realtà la magnetoterapia è un trattamento consolidato solo per alcune patologie», interviene Vincenzo Saraceni, professore ordinario e direttore della scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitazione all’Università La Sapienza di Roma. «Ci sono numerosi scientifici a sostegno, in particolare, della utilizzazione dei campi magnetici nella patologia dell’osso, soprattutto quando, a seguito di fratture, c’è un ritardo nella formazione del callo osseo. Dal momento che la terapia non genera calore può essere utilizzata anche in presenza di sintesi metalliche interne, come protesi all’anca o al ginocchio». La capacità delle onde elettromagnetiche di intervenire sui tessuti biologici può essere sfruttata anche per l’osteoporosi, per lenire il dolore (da traumi, post-operatorio o cronico, come quello legato all’artrosi), per il riassorbimento degli edemi e per accelerare i processi di cicatrizzazione delle ferite.

COME SI FA. La magnetoterapia può essere effettuata negli ambulatori e nei reparti di riabilitazione dei principali ospedali italiani, negli ambulatori privati oppure direttamente dal paziente a domicilio. «In ogni caso la magnetoterapia va sempre prescritta dal proprio medico di base o da uno specialista in riabilitazione», sottolinea Gimigliano. L’apparecchio eroga la terapia tramite un generatore del campo magnetico contenuto nella parete di un cilindro dove viene collocata la parte da trattare (colonna cervicale, dorsale o lombare, spalle, anche, ginocchia, piedi): la seduta dura generalmente 30 minuti e il ciclo terapeutico, con applicazioni di solito quotidiane, può durare da un minimo di due settimane fino a cinque-sei mesi (nei ritardi di consolidazione delle fratture) e in base alle indicazioni del medico. Gli apparecchi per la magnetoterapia da fare a casa si trovano in alcune farmacie e nei negozi di elettromedicali. I prezzi partono da 300 euro, mentre per il noleggio bastano 5-8 euro al giorno. Le apparecchiature non sono rumorose, quindi possono essere utilizzate anche durante la notte.

EFFETTI COLLATERALI. La magnetoterapia è indolore. «In alcuni casi, soprattutto nel corso delle prime sedute, si possono verificare alcuni effetti collaterali quali nervosismo, insonnia, vertigini o riacutizzazione transitoria del dolore che, di regola, scompaiono nel corso della cura e che, se persistenti, vanno segnalati al medico curante», spiega Caterina Sottini, direttore dell’unità operativa di riabilitazione specialistica degli Spedali Civili di Brescia.

CONTROINDICAZIONI. La magnetoterapia ha alcune controindicazioni: non può essere fatta in gravidanza ed è vietata ai soggetti in età evolutiva perché è necessario che lo scheletro abbia completato la sua fase di sviluppo. È controindicata anche in caso di infezioni, di patologie tumorali in atto o pregresse e per i portatori di pace-maker, perché le onde magnetiche potrebbero interferire con il corretto funzionamento dell’apparecchio cardiaco.

Lucia Panagini – OK Salute e benessere

Materasso vecchio addio! Come liberarti del materasso usato

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Chiunque pensa di sostituire il suo materasso vecchio, si pone la domanda:
chi si occupa del ritiro del materasso usato e come devo smartirlo?
Cosa dice la legge in merito?
Con questa semplice guida risolverai ogni tuo dubbio in merito e potrai dormire sonni tranquilli senza più preoccuparti del tuo ingombrante e scomodo materasso vecchio.

Dormire bene ci permette di affrontare ogni nuova giornata con energia ed entusiasmo. Per questa ragione è fondamentale un materasso che ci consenta di dormire un sano sonno ristoratore. Non è importante che tu abbia un materasso in lattice o piuttosto un materasso in waterfoarm, piuttosto è fondamentale che sia in buone condizioni e non usurato.

Quando cambiare il materasso?

Con il passare degli anni, anche i migliori materassi si usurano, deformandosi e non garantendo più una resa ottimale. Generalmente è necessario sostituirlo più o meno ogni 10 anni, sia per ragioni d’usura che igieniche.

Un materasso vecchio viene considerato dalla normativa come un oggetto ingombrante e come tale va smaltito. Assolutamente vietato il deposito in strada, il materasso vecchio deve essere smaltito in base alle disposizioni del comune di appartenenza. Spesso però la scelta di cambiare il materasso viene sottovaluta e rimandata ad oltranza, proprio perché non si sa come liberarsi di questo rifiuto ingombrante.

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Cosa dice la legge in merito?

La normativa stabilisce che un materasso vecchio vada considerato come un rifiuto ingombrante. Per poterlo smaltire correttamente è necessario rivolgersi al proprio comune di appartenenza e fissare un appuntamento per la consegna. Lo smaltimento dei materassi usati è non solo un’esigenza reale per molte famiglie, ma nell’ottica della tutela e del rispetto per l’ambiente diventa un vero e proprio obbligo.

Per evitare multe spesso salatissime e per ovvie ragioni ambientali, il materasso vecchio non va assolutamente lasciato per strada. Questo sciagurato gesto può portare a gravi problemi igienici: il materasso vecchio abbandonato per strada accumulerà infatti umidità e polvere diventando un ambiente naturale per la proliferazione delle cimici da letto.

Come smaltire un materasso usato?

Molti negozi che si occupano della vendita di materassi garantiscono il servizio di ritiro e smaltimento dei materassi usati. Tra le tante aziende che offrono il servizio, il sito materassiinmemory-lombardia.it, permette di prenotare il ritiro per tutta la regione Lombardia .

Il nostro consiglio è di cambiare il materasso vecchio con uno tecnologicamente migliore. Come sempre noi vi aiutiamo a scegliere il materasso adatto al tuo riposo proponendovi offerte speciali e sottocosto.

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Come viene smaltito un vecchio materasso?

Ogni materasso vecchio consegnato presso il gestore comunale per il trattamento dei rifiuti ingombranti subisce una riduzione volumetrica. Viene cioè compattato e successivamente viene rimossa la parte metallica, ad es. le molle, che viene in seguito riciclata. La parte residuale viene trasportata in discarica oppure utilizzata come combustibile negli impianti di termovalorizzazione.

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Smaltimenti creativi

Se poi si vuole uno smaltimento più creativo del nostro vecchio materasso, possiamo fare come ha fatto Frank Willems, un designer geniale, che ha creato la collezione Madam Rubens, prendendo dei vecchi materassi li ha ripiegati, legati e applicati alle basi di mobili antichi, creando così delle poltrone originalissime, dei divani e sedie di grande impatto.

L’originale composizione di materassi viene sigillata con una schiuma che rende il tutto impermeabile e resistente.

Willems è solo l’ennesimo esempio di come recuperare e ricreare, è un’ottima soluzione per evitare gli sprechi e prenderci cura dell’ambiente!

Hai già smaltito il tuo materasso vecchio e se in cerca di un nuovo e più valido sostituto? Ecco la nostra guida su come scegliere il materasso adatto al tuo riposo

Tessuto in fibra d’argento

Tessuto in fibra d’argento
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Fibra d’argento
L’ultima innovazione in fatto di tessuti per coprimaterassi e copricuscini è rappresentata dall’utilizzo della fibra d’argento. Questa potrebbe sembrare una nuova moda ma in realtà i nostri antenati per millenni hanno utilizzato questo prezioso materiale per gli scopi più svariati.

L’argento nei secoli

 

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Monete d’argento Gli antichi Romani e poi i Greci collocavano delle monete d’argento nei contenitori adibiti alla raccolta dell’acqua e lo utilizzavano in sottili fogli per curare le ferite, ne avevano infatti intuito le proprietà antimicrobiche, antifungine e antibatteriche. Ed è per questo che nel corso della storia ritroviamo l’argento anche nelle posate e nei piatti delle famiglie reali.

Proprietà dell’argento

Chi ancora oggi predilige le cure naturali agli antibiotici chimici, conosce perfettamente le eccezionali proprietà dell’argento colloidale nel trattamento delle infezioni, esso non a caso è stato utilizzato a tale scopo fino all’invenzione degli antibiotici chimici (1938).

Recenti studi hanno inoltre dimostrato che, mentre il singolo antibiotico chimico è efficace solo contro pochi tipi di batteri, l’argento colloidale lo è contro più di 650 tipi. Una bella differenza!

Nulla da stupirsi quindi se la sempre maggiore attenzione verso la salute, la pulizia e il benessere dell’uomo ha portato in questi ultimi anni alla creazione di tessuti che contengono al loro interno una parte di fibre d’argento.

A queste proprietà dell’argento se ne aggiungono altre molto importanti, vediamole insieme:

antiodore: l’argento ha la proprietà di neutralizzare i microbi responsabili del formarsi dei cattivi odori;
naturale e atossico: l’argento è un elemento naturale praticamente atossico;
antistatico: l’alto potere di conduzione dell’argento, superato solo da quello dell’oro, permette la veloce dissipazione delle cariche elettrostatiche;
termoregolatore: l’alto potere di conduzione dell’argento lo rende eccezionale anche per la conduzione del calore e quindi per l’uniforme distribuzione del calore corporeo. In presenza di elevate temperature, l’argento accelera il trasferimento del calore dal corpo verso l’esterno, invece di ostacolarlo come fa la maggior parte dei tessuti che spesso formano una specie di barriera e non favoriscono la dissipazione del calore; in presenza di basse temperature, invece, la conduttività dell’argento consente che il calore venga distribuito correttamente da
favorisce la traspirazione corporea: accelerando il trasferimento del calore verso l’esterno, favorisce una riduzione dell’umidità sulla pelle, regalando la sensazione di asciutto e di benessere;
proprietà terapeutiche: viviamo in un ambiente ad alto tasso di inquinamento elettromagnetico, sia a casa che all’aperto, basti pensare a telefonini, forni a microonde, linee dell’alta tensione, trasmettitori.. e questo causa emicranie, insonnia, sensazione di generico malessere. Grazie all’alto potere conduttivo, l’argento permette la dispersione delle cariche elettriche in eccedenza, favorendo il buon riposo e il rilassamento muscolare;
migliora la circolazione: il rilassamento muscolare permette infatti una migliore circolazione sanguigna e linfatica;
effetto permanente: i fili d’argento vengono legati ad altre fibre a formare un tessuto le cui proprietà rimangono invariate nel tempo anche dopo centinaia di lavaggi;
indumenti intimi, capi d’abbigliamento: la fibra d’argento per le sue importanti caratteristiche, viene utilizzata anche per produrre capi d’abbigliamento (in particolare modo abbigliamento sportivo) e biancheria intima. In Inghilterra inoltre molti ospedali hanno iniziato ad utilizzare pigiami prodotti con fibra d’argento per prevenire infezioni nel periodo postoperatorio. Grande beneficio da questo tipo abbigliamento lo hanno anche le donne in menopausa che notano immediatamente una radicale riduzione del disagio causato dalle improvvise vampate di calore.
Tantissimi dunque i motivi per provare questo nuovo tipo di tessuto, nuovo e ricercato ma anche frutto di esperienze tramandate nel corso di migliaia di anni.

La maggior parte delle nostre coperture sono in argento