Sonno

IL SONNO “Momentaneo stato di incoscienza”

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I ritmi di sonno e veglia, meglio noti come ritmi circadiani, sono caratterizzati da specifici processi fisiologici, pertanto è bene che i tempi di riposo e veglia vengano egualmente rispettati. sonnoDurante la fase di “sonno” si ha una transitoria perdita di coscienza ed una parziale riduzione di diverse funzioni biologiche; in questa fase, per esempio, si riduce la produzione degli ormoni corticoidi ed adrenergici, viceversa aumenta la secrezione dei fattori di crescita. La qualità del sonno determina, inoltre, la qualità della vita diurna.
Diversi studi clinici sono stati effettuati per analizzare il sonno da un punto di vista fisiologico, grazie anche all’ausilio di elettroencefalografie, elettrooculografie ed elettromiografie. Da tali studi è emerso che il sonno non è costante, ma costituito da cicli, ciascuno dei quali consta di una fase NREM, ovvero “sonno ortodosso”, ed una fase REM, ovvero “sonno paradosso” poiché sono stati osservati movimenti della pupilla; in quest’ultima fase, che genericamente si verifica 4/5 volte durante la notte, si hanno i sogni.
Più in particolare, gli stadi del sonno sono:

Stadio 1: NREM, rappresenta l’addormentamento, nel quale l’attività cerebrale rallenta;
Stadio 2: NREM, fase di sonno leggero, in cui le onde cerebrali sono simili a quelle visibili in fase di veglia;
Stadio 3: NREM, fase di sonno profondo caratterizzato da onde cerebrali molto lente ed ampie;
Stadio 4: NREM, fase di sonno profondo in cui l’organismo si rigenera, ripristinando le riserve metaboliche;
Stadio 5: REM, in questo stadio le onde cerebrali evidenziano il movimento oculare.

La durata di ciascuno stadio varia da individuo ad individuo, in base a fattori diversificati anche ambientali.
Da tale analisi diremo che il sonno non è un evento passivo, bensì il tempo/momento impiegato dall’organismo umano per catalogare tutti gli avvenimenti utili della giornata e cancellare ciò che è ritenuto inutile. In queste fasi viene comunque sempre mantenuto lo stato di vigilanza, che permette all’individuo di reagire a stimoli sensoriali di pericolo; la corretta elaborazione degli eventi diurni trascorsi consente al soggetto di affrontare il nuovo giorno senza ansie e depressione.
L’insonnia è una patologia che non consente al malato di dormire per un numero di ore sufficiente a garantire gli equilibri circadiani; generalmente l’insonnia è caratterizzata da difficoltà nell’addormentamento, ripetuti risvegli notturni e brevissimi periodi di sonno.
L’insonnia può distinguersi in:
occasionale: ovvero può capitare di tanto in tanto, in tal caso non è necessario un intervento farmacologico;
transitoria: quando persiste almeno per alcune settimane, in genere dovuta a patologie collaterali o a forti stati emozionali;
cronica: quando perdura per più di un mese; in tal caso si tratta di una vera e propria patologia da trattare con farmaci adeguati.
Le cause dell’insonnia possono essere diverse: disturbi fisici o psichici, l’uso di farmaci che hanno come effetto collaterale l’insonnia, l’uso di sostanze stupefacenti e d’abuso.
Esiste anche un quarto tipo di insonnia, detta “non organica” o primaria, le cui cause non sono conosciute. Il trattamento dell’insonnia comprende:
La prevenzione non farmacologica: ovvero giusti e ragionevoli orari per andare a dormire, cene leggere, non fare intense attività fisiche prima dell’addormentamento e ricreare buio e silenzio.
La psicoterapia con training autoogeni e tecniche di rilassamento.
La terapia farmacologica con farmaci ipnotico-sedativi.

 

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