Detrazione fiscale del materasso ortopedico. Quando si può fare?

Detrazione fiscale del materasso ortopedico. Quando si può fare?

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Forse non tutti lo sanno ma la spesa sostenuta per l’acquisto di un materasso ortopedico può essere detraibile dalle tasse. Unica condizione: il materasso deve essere ad uso terapeutico e dunque avere caratteristiche antidecubito.

detrazione fiscale materasso ortopedico
Che cos’è un materasso antidecubito? Il Dlg 46/97 lo definisce un dispositivo medico atto a prevenire e curare le eventuali lesioni che si formano sulla pelle quando la persona, a causa di diverse patologie, è costretta a restare per molto tempo a letto. La sua è un’azione specifica in grado di ridurre la pressione di contatto, di ridurre l’attrito e lo stiramento, di aiutare a mantenere una posizione corretta e di disperdere il calore e l’umidità che normalmente si forma a contatto con la superficie. Proprio perché si tratta di un dispositivo medico e dunque ad uso terapeutico la legge consente di detrarne la spesa.
La Circolare n. 29/E -18 Settembre 2013 dell’Agenzia delle Entrate, oggetto: Decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63 – Interventi di efficienza energetica – Interventi di ristrutturazione edilizia – Acquisto di mobili per l’arredo e di elettrodomestici – Detrazioni – consente di detrarre il 50% del costo complessivo dei beni acquistati, tra cui anche quello dei materassi terapeutici, fino ad un tetto massimo di 10.000 euro.
Di cosa deve essere in possesso l’acquirente per ottenere la detrazione fiscale? Tutto quello che occorre è la prescrizione medica e in assenza di quest’ultima un’autocertificazione che attesti il bisogno effettivo, sempre di tipo terapeutico, per il quale l’articolo è stato acquistato. Inoltre l’acquirente deve presentare lo scontrino fiscale o la fattura in cui è contenuta la somma sulla quale effettuare la detrazione.
Quali sono i modi che i contribuenti hanno a disposizione per versare i soldi ai venditori? Quello più comune e anche il più utilizzato è il bonifico bancario o postale, nel quale occorre indicare la causale del versamento (quella normalmente adoperata dalle banche e dalle poste italiane per questo tipo di bonifici) e il codice fiscale del beneficiario. Ma il versamento può essere effettuato anche tramite carte di credito e carte di debito. In questo caso però la data del pagamento coincide con il giorno in cui la carta viene utilizzata e non con il giorno il cui viene addebitata la somma sul conto.
Ricapitolando è possibile detrarre fiscalmente il costo di un materasso ortopedico che sia certificato come antidecubito e sia pagato utilizzando un metodo tracciabile.

Non sai cosa sono i materassi memory foam?

Non sai cosa sono i materassi memory foam?


Nell’articolo di oggi cercheremo di descriverti una tipologia particolare di materassi in commercio ossia i materassi in memory foam, meglio conosciuti come materassi memory o materassi in viscoelastico (materassi viscoelastici).

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Per chi sono adatti: 3 vantaggi
I materassi in memory foam sono materassi pensati per chi ha problemi di circolazione sanguigna e presentano questi 3 vantaggi:
1. il vantaggio di deformarsi grazie al calore del tuo corpo;
2. il vantaggio di mantenere costante la tua temperatura corporea per tutta la durata del sonno;
3. il vantaggio di avere un materasso che si adatta alla tua colonna vertebrale e non viceversa.
Materassi con la “memoria”
I materassi in memory foam si deformano grazie al tuo calore corporeo creando un comodo giaciglio perfettamente adattato alla tua forma corporea e mantengono in memoria questa deformazione per alcuni minuti, così da permettere ad ogni cambio di posizione un nuovo riadattamento del materasso al tuo corpo. Da questa particolare caratteristica del materasso l’utilizzo delle parole “memory” che in inglese significa appuntomemoria e “foam” che in inglese significa schiuma.
Differenze con gli altri materassi
Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, i materassi in memory foam si deformano gradualmente con il calore del tuo corpo, a differenza dei materassi in lattice che si deformano con il peso del tuo corpo. Per maggiori informazioni sulle differenze con i materassi in lattice ti invitiamo alla lettura dell’articolo Materassi in lattice o materassi in viscoelastico? di questo blog.
I materassi in memory foam sono influenzati dal piano d’appoggio a differenza dei materassi a molle indipendenti o a molle insacchettate quindi, se acquistate un materasso memory foam, risulta molto importante una scelta corretta della rete per materasso (piano letto).
Svantaggi di questi materassi
I materassi in memory foam, come abbiamo detto si deformano mediante il tuo calore corporeo creando una sorta di “stampo personalizzato” per garantirti un sostegno uniforme su tutte le parti del corpo, essendo il calore l’elemento chiave per raggiungere questa qualità di deformazione ti consigliamo vivamente di non utilizzare termocoperte in quanto creerebbero delle zone di calore non veritiere rispetto a quelle del tuo corpo e quindi delle deformazioni non “personalizzate”.
I consigli di Manifattura Falomo
Manifattura Falomo realizza da oltre 40 anni materassi in memory foam tenendo a mente tutte le caratteristiche del viscoelastico esaltandone la qualità. I materassi memory foam Falomo sono sfoderabili e quindi lavabili, il che consente di avere sempre un materasso nuovo e che profuma di pulito.
Grazie al riscontro ricevuto negli anni dai nostri clienti, ci sentiamo in dovere di consigliare a tutti i nostri lettori l’abbinamento del materasso memory foam con un guanciale memory e con una rete per materassi con doghe in legno (piano letto in legno) al fine di ottenere un sistema letto che ti garantisca un riposo di qualità ed un sonno rigenerante.

Insonnia: i trucchi per dormire

Un esperto in disturbi del sonno spiega alcuni trucchi per riuscire a dormire quando vi siano delle difficoltà

I disturbi del sonno possono assumere connotati pesanti e invalidanti.
Non dormire, poi, ha effetti in negativo sulla qualità della vita e anche sulla salute.

Un nuovo studio pubblicato su The FASEB Journal qualche giorno fa, e condotto dai ricercatori del Leiden University Medical Center, per esempio suggerisce che uno scarso sonno può causare la cosiddetta sindrome metabolica, con diabete e obesità. Ma, come invece affermato da molti altri precedenti studi, poco sonno fa male in molti e svariati altri modi.

Che fare però se si soffre di problemi nel dormire o di insonnia?
Un esperto, dottor Nitun Verma, direttore del Washington Township Center per i Disturbi del Sonno a Fremont (California) spiega all’Huffington Post quali sono secondo lui gli accorgimenti per favorire il sonno.

Se non ci si riesce ad addormentarsi, o ci si sveglia e non si riesce più a chiudere occhio, il primo consiglio è quello di non restare a letto nella speranza di essere sopraffatto dal sonno. Già solo il fatto di concentrarsi per dormire, o sforzarsi, fa sì che non ci si riesca e, alla fine, ci si innervosisce soltanto – con una maggiore improbabilità di riuscire a dormire.
La cosa migliore sarebbe alzarsi e trovare un’attività che sia al tempo stesso stimolante e conciliante il sonno come, per esempio, la lettura di alcuni capitoli di un libro preferito.
Dopo un po’, si può provare a tornare a letto e vedere se questa volta si riesce ad addormentarsi.

Ma, oltre alle cose da fare, ci sono anche quelle da “non” fare, se si vuole dormire.
Per esempio, spiega Verma, credere che bere un bicchierino prima di coricarsi possa conciliare il sonno è sbagliato. Sì, perché se da un lato inizialmente si può avere la sensazione che la bevuta promuova un senso di intorpidimento o sonnolenza; dall’altro è più probabile che una volta cessato l’effetto dell’alcol ci si svegli, durante la notte, e non si riesca più a dormire. Oppure, i risvegli sono molti e prolungati, rovinando l’effetto riposante che dovrebbe avere il sonno.
Quindi evitiamo le bevande alcoliche già da alcune ore prima di andare a letto.
Allo stesso modo, evitare bevande contenenti caffeina: ci vogliono circa 6 ore per smaltirla.

Anche la luce artificiale è nemica del sonno.
In particolare, per chi ha problemi, è dannosa la luce emessa da monitor, display, TV e altri aggeggi elettronici. Ma anche lampade a risparmio, neon e così via. Secondo il dottor Verma, per tutti coloro che soffrono d’insonnia o problemi di sonno, sarebbe bene che si spegnessero le luci artificiali e schermi vari almeno tre ore prima di coricarsi.

Altri comportamenti da evitare sono il praticare attività sportive o esercizi fisici fino a 2 ore prima di andare a letto: la difficoltà nel prendere sonno deriverebbe dall’innalzamento della temperatura corporea innescato dall’esercizio fisico.
Anche il lavoro dovrebbe essere bandito dal letto: evitiamo di portare notebook, tablet… ma anche bollette di casa, faldoni da ufficio e via discorrendo. Le preoccupazioni, il lavoro eccetera dovrebbero stare fuori dalla stanza da letto e, il letto vero e proprio, dovrebbe servire soltanto per dormire, sottolinea l’esperto.
Anche solo psicologicamente, se consideriamo il letto come il posto dedicato al riposo – e solo a quello – avremo anche un rapporto migliore con esso, perché lo vedremo come un’oasi in cui rifugiarsi per ritemprarci, e non come un campo di battaglia in cui avviene di tutto… fuorché dormire.

Dormire fa bene alla salute. Ecco cosa dice la scienza.

Dormire fa bene alla salute. Ecco cosa dice la scienza.

 

Può sembrare la scusa ideale per chi è pigro, ma secondo le ultime ricerche dormire fa bene al nostro organismo. Fa bene alla pelle, al cervello, agli occhi ed evita la depressione. Come mai? Ecco le risposte delle più recenti ricerche scientifiche.

Svegliarsi il mattino dopo un sano sonno ristoratore può davvero fare la differenza: si riesce ad affrontare la giornata con maggiore concentrazione, energia ed equilibrio. Certo non bisogna esagerare, ma è evidente che dormire fa bene: rigenera i nostri tessuti muscolari e permette finalmente ad una parte del cervello di riposare.

Dormire fa bene al cervello

Il Journal of Sleep Research ha pubblicato un nuovo documento che conferma scientificamente quanto noi avevamo già ipotizzato: dormire fa bene eccome! Il sonno, oltre ad essere essenziale per riattivare le nostre centraline fisiche per spingerci ad affrontare le sfide di ogni giorno, aumenta e migliora il valore dei comportamenti cognitivi.

La ricerca ha analizzato il comportamento di un campione di individui controllando il numero di ore di sonno. E’ stato provato che il gruppo a cui veniva chiesto di dormire 10 ore per notte rispondeva meglio alle sollecitazioni cognitive e ai test psico-fisici a cui sono stati in seguito sottoposti.

Dopo la prima settimana è stato chiesto ad entrambi i gruppi di dormire soltanto 3 ore per notte per un’altra settimana. Dopo la seconda settimana, è stato chiesto loro di rispondere ad esercizi cognitivi per testare gli effetti della mancanza del sonno ed è risultato che:
Coloro che nella prima settimana avevano dormito di più hanno avuto risultati migliori e i tempi di recupero del sonnoerano più rapidi a differenza del secondo gruppo che aveva dormito “come da abitudine”.Dormire fa bene al nostro organismo! Si vive meglio…

Dormire fa bene alla pelle e ai capelli

A dirlo è questa volta The Hair And Beauty Partnership in London. Secondo i ricercatori, infatti, per capire perché dormire fa bene alla salute bisogna suddividere la notte in 3 diverse fasi.

Dalle ore 20.00 alle ore 23.00 il nostro organismo “spegne i motori”, il metabolismo si ferma e c’è una fase di idratazione e stimolo di pelle e cuoio capelluto

Dalle 23.00 alle 03.00 c’è la fase di nutrimento di pelle e capelli.

Dalle 03.00 alle 05.00 l’organismo letteralmente si riposa.

 

Ciascuno di questi momenti è indispensabile e, sebbene nessuno sia abituato ad andare a dormire alle otto, è fondamentale dormire almeno sette o otto ore ogni notte. La mancanza cronica di sonno può portare a gravi conseguenze sulla pelle.

Dormire fa bene ai muscoli

Chi fa attività sportiva lo sa benissimo: dormire bene fa bene allo sviluppo muscolare del nostro organismo. E’ scientificamente provato che nella prima fase del sonno il corpo umano secerne l’ormone GH adibito alla crescita. Un toccasana per la nostra salute e forma fisica. Per migliorare gli effetti di questa rigenerazione muscolare, è fondamentale una buona cena proteica, povera di grassi e carboidrati complessi che aiuti l’organismo ad alimentarsi anche durante il sonno. Il cuore, di questo sviluppo muscolare non può che trarne benefici.

Dormire fa bene al cuore

A svelarlo sono un gruppo di ricercatori olandesi secondo i quali dormire fa bene al cuore e all’apparato cardiocircolatorio. Dormire almeno sette ore ogni notte abbassa del 22% il rischio di infarto ed ictus. Ovviamente a ciò bisogna associare una corretta alimentazione e uno stile di vita sano senza sigarette e con pochissimi alcolici.

Come fare per dormire bene allora?

La scelta del materasso è fondamentale. Quante volte vi è capitato di svegliarvi di notte con formicolii e crampi notturni? E’ evidente che il vecchio materasso a molle non può permetterci di riposare in maniera adeguata. Molto meglio invece i nuovi materassi in lattice o i materassi memory che permettono alla colonna vertebrale di stendersi e conservare la sua posizione naturale.

Forse quindi è meglio correggere la frase: non è vero che dormire fa bene, ma è vero senza dubbio che dormire bene fa bene! Attenzione quindi a come scegliere il materasso: da questa importantissima scelta dipende la nostra salute.

Vuoi qualche consiglio su quale materasso scegliere? Ecco gli affari che puoi trovare online:www.materassiinmemory.lombardia.it

MIGLIOR POSIZIONE PER DORMIRE

Miglior posizione per dormire

Dormire bene è molto importante, per la salute del corpo e per il benessere della mente.

Oltre a dormire il giusto numero di ore durante la notte è essenziale assumere e mantenere una posizione e una postura il più corretta possibile per evitare spiacevoli disturbi.

I disturbi più comuni legati a una postura errata nel sonno

Dormire per diverse ore ogni notte nella posizione sbagliata può causare non pochi problemi.

Il problema risiede nel fatto che tale postura viene mantenuta per molte ore consecutive, creando molto stress in diverse zone e parti del nostro corpo.

Vediamo velocemente cosa può succedere.

Lombalgia: è il disturbo più comune collegabile alla posizione del sonno e quello che affligge il maggior numero delle persone

Sciatica: o sciatalgia in genere è collegato al dolore lombare

Cervicalgia: il dolore cervicale è un altro problema che assilla moltissime persone e che può essere collegata alla postura a letto

Labirintite: la tensione muscolare che si viene a creare nella parte alta del corpo può creare problemi di giramenti di testa e acufeni

Gastrite e reflusso gastroesofageo: alcune posizioni mantenute nel sonno possono accentuare queste problematiche

Quale posizione scegliere

La posizione migliore per dormire è quella a pancia in su o supina: questa aiuta a prevenire efficacemente i dolori di schiena, evita problemi posturali e tensioni a livello dell’articolazione temporomandibolare e della cervicale (in quest’ultimo caso assicuratevi di avere un cuscino adatto alla vostra postura).

Per ottenere i risultati migliori è fondamentale aver un ottimo materasso capace di sorreggere il nostro peso e permetterci di mantenere le curve fisiologiche della nostra schiena durante le ore di sonno.

Al secondo posto mettiamo la posizione fetale, che può essere utile in alcuni casi di cervicalgia, labirintite (nel caso in cui l’appoggiare la nuca crei problemi ed evitando il lato scatenante levertigini) stando attenti all’altezza del cuscino in modo che la colonna vertebrale mantenga un allineamento consono. Bisogna inoltre cercare di variare il lato in cui si dorme di notte in notte.

Attenzione se soffrite di reflusso a non mettervi sul fianco destro, potrebbe favorire l’accentuarsi del sintomo.

La posizione peggiore

La posizione peggiore per dormire che crea maggiori problemi e senza dubbio quella a pancia in giù o prona.

Con questa postura a letto infatti vengono a crearsi molte tensioni a livello della cervicale, dell’articolazione temporomandibolare e lombare: la schiena si trova spesso in iperlordosi e la cervicale girata per molte ore da una parte con la mandibola appoggiata sul cuscino che tende a posizionarsi in modo scorretto.

Tutti questi atteggiamenti posturali col tempo creano scompensi muscolari, articolari e ossei che col tempo possono portare a dolori anche cronici e debilitanti.

Casi particolari

Se soffrite di apnee notturne o russate molto, la vostra posizione ideali è quella fetale: se proprio volete dormire a pancia in su cercate di regolare bene il cuscino alzandolo, abbassandolo oppure eliminandolo.

Anche in gravidanza è consigliata la posizione fetale, specialmente durante gli ultimi mesi quando il peso della pancia comincia a farsi sentire: utilizzare anche un cuscino sul fianco dietro la schiena e uno davanti a sorreggere la pancia può garantire un sonno più confortevole.

In caso di gastrite e reflusso gastroesofageo, come accennato prima, è utile evitare di dormire sdraiati sul fianco destro e in genere anche a pancia in giù.

Sapevate che la posizione che assumete durante il sonno rileva anche qual’è la vostra personalità?

 

Esplora il significato del termine: Cura «magnetica» da calciatoriCura «magnetica» da calciatori

GINOCCHIO: PER UN RECUPERO È PIÙ RAPIDO

Cura «magnetica» da calciatori   

       

Due studi confermano l’efficacia di un metodo usato da Inter e Milan. Riduce dolore e infiammazione

MILANO – I calciatori sono fra i più grandi «estimatori» della magnetoterapia pulsata, una terapia fisica usata da anni in caso di fratture: traumi a ossa, articolazioni e legamenti sono all’ordine del giorno per chi gioca a pallone, così spesso campioni e amatori scelgono trattamenti che sfruttano i campi elettromagnetici intermittenti per ridurre dolore e infiammazione. L’Italia è all’avanguardia nel settore e ha sfornato di recente due studi sulle nuove applicazioni della magnetoterapia, sperimentata per la prima volta dopo interventi artroscopici al ginocchio per migliorare il recupero dell’articolazione.

GLI STUDI – Le ricerche, condotte dal gruppo di studio italiano Cartilage Repair and Electrical Stimulation – guidato da Francesco Benazzo, consulente ortopedico dell’Inter -, indicano che il trattamento riduce dolore e infiammazione, preserva la cartilagine e garantisce un ritorno più veloce alla piena funzionalità. Il primo studio raccoglie i dati di 34 pazienti con lesioni alla cartilagine del ginocchio, sottoposti a un’abrasione del tessuto in artroscopia: 90 giorni di magnetoterapia hanno diminuito drasticamente l’uso di antinfiammatori e accelerato il recupero. Stessi risultati dal secondo studio, su 60 persone a cui è stato ricostruito per via artroscopica il legamento crociato anteriore. Secondo gli autori la magnetoterapia, applicabile anche ad altre articolazioni (spalla, gomito), può addirittura dimezzare i tempi di ripresa. Massimo Manara, medico sportivo del Milan che usa da tempo la magnetoterapia pulsata su campioni e gente comune, commenta: «La terapia toglie il dolore e i pazienti riescono a fare riabilitazione meglio, esercitandosi di più: per questo i tempi di recupero possono accorciarsi. Gli strumenti sono portatili e lasciano libertà di movimento: un vantaggio perché a seconda dei casi l’apparecchio va indossato per 4, 6 o perfino 8 ore; inoltre, occorrono almeno 30, 40 giorni per avere un risultato. In compenso la cura non ha effetti collaterali». Anche per questo è controindicata in pochi casi, ad esempio in chi porta un pacemaker (i campi magnetici potrebbero mandarlo in tilt) o sulle donne in gravidanza, dove le cautele non sono mai troppe.

ARTROSI -Secondo i fautori la cura magnetica sarebbe adatta pure in caso di artrosi, cioè se c’è una degenerazione cronica della cartilagine. Marco D’Imporzano, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, osserva: «La terapia può avere un’azione antinfiammatoria e stimolare la crescita della cartilagine, ma non la ricostruisce: può accelerare la guarigione in lesioni iniziali, dopo trapianti di cartilagine o in caso di ricostruzione di tendini o legamenti. Inoltre gli studi sono incoraggianti, ma sono ancora pochi». Sulla stessa linea Piero Volpi, responsabile del Centro di traumatologia dello sport e di chirurgia artroscopica dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano: «La magnetoterapia può essere utile anche in chi non ha subito un intervento alle articolazioni. Ma che rallenti i processi degenerativi della cartilagine è da dimostrare: occorrono prove, peraltro non semplici da ottenere. I modelli sperimentali, che hanno dato risultati confortanti, non sono identici a ciò che accade nell’uomo, per cui sono necessari approfondimenti clinici». Detto, fatto: su BMC Musculoskeletal Disorders, un gruppo di olandesi ha annunciato l’avvio di una sperimentazione su 68 pazienti per verificare gli effetti della magnetoterapia sulla cartilagine del tallone.

MAL DI SCHIENA : ORIGINI

MAL DI SCHIENA

Origini e manifestazioni

Una patologia che riguarda oltre quindici milioni di persone in Italia: il mal di schiena, termine generico che indica un sintomo nevralgico di svariate tipologie di affezioni, in questo paese è la prima causa di assenteismo dal lavoro e la seconda di invalidità permanente. Eppure solo la metà circa delle persone che ne soffrono si rivolge a un medico.

Origine del mal di schiena: malattie delle ossa

È molto raro che il mal di schiena abbia origine da disturbi gravi a carico delle ossa, che si tratti di lesioni o patologie di varia natura. Tra i casi possibili ci sono i seguenti.

 

  • Artrosi

L’artrosi è una patologia a carico delle articolazioni di tipo evolutivo, cioè che tende a peggiorare col tempo. Un’articolazione è composta da tessuto osseo, capsula e muscolo: l’usura delle cartilagini porta a un processo infiammatorio che dermina la modifica di queste componenti. Lo spazio tra i corpi ossei si riduce, si verifica una rigidità della capsula articolare, una alterazione dell’equilibrio tra le cellule deputate a rimodellare e riparare l’osso, una conseguente progressiva perdita di funzionalità dei muscoli attorno all’articolazione. Per quanto l’artrosi si manifesti in genere oltre i 65-70 anni d’età, alcuni ricercatori ritengono probabile che le lesioni alla colonna vertebrale inizino verso i trent’anni, per quanto siano estremamente difficili da individuare in fase d’esordio. L’artrosi comporta dolori che in genere sono assenti durante il riposo notturno e si ripresentano la mattina, seppur migliorando progressivamente nelle ore successive al risveglio; i dolori possono peggiorare a causa di cambiamenti climatici, vento, umidità e passaggio da ambiente caldo ad ambiente freddo.

  • Scoliosi

Di origine congenita, posturale o di natura idiomatica, cioè di causa sconosciuta, la scoliosi è una curvatura laterale anomala a carico della colonna vertebrale, in genere associata a rotazione e torsione delle vertebre. Il mal di schiena correlato a questo disturbo è causato dai muscoli dorsali che sono costretti ad affrontare un sovraccarico di lavoro.

  • Spondilite anchilosante

È un tipo di artrite reumatoide, a carico della spina dorsale: la spondilite anchilosante colpisce prevalentemente le articolazioni intervertebrali e costovertebrali. Ne sono colpiti prevalentemente i giovani adulti maschi. I sintomi sono una forte rigidità al mattino, un dolore che può colpire alternativamente un lato e l’altro della schiena per poi spostarsi allo sterno, con difficoltà respiratorie in fase di estensione toracica.

  • Fratture osteoporotiche

Un disturbo più frequente nelle donne in menopausa; la decalcificazione dell’osso causa uno schiacciamento delle vertebre.

  • Stenosi spinale

Per quanto ne esista una forma congenita, la stenosi spinale è un disturbo tipico dell’età avanzata: si verifica con un restringimento del canale centrale della colonna o dei forami laterali, entro cui passano i nervi. Il dolore si avverte principalmente quando si è seduti.

  • Dismetrie degli arti inferiori

Non è detto che le gambe si sviluppino con la stessa lunghezza; se una differenza fra gli arti inferiori fino a circa tre millimetri è considerata fisiologica, una dismetria maggiore può a lungo andare causare problemi cronici, a causa della necessità di compensazione che si scarica sulla schiena. Un dolore cronicizzato di questo tipo non è più risolvibile con semplici solette.

  • Tumori ossei

In genere, metastasi provenienti da tumori primari in altri organi.

 

Origine del mal di schiena: altre patologie e traumi

Il mal di schiena può essere causato da disturbi apparentemente del tutto slegati dall’area dorsale, che spaziano dalle patologie a carico dell’apparato gastrointestinale a quelle tipiche del cavo orale. Calcolosi e reflusso gastroesofageo, ad esempio, provocano un dolore che può arrivare ad irradiarsi alla schiena, dando così l’impressione che sia coinvolta la colonna vertebrale. Dolore alle articolazioni della bocca, masticazione difficoltosa o anomali rumori mandibolari necessitano di un’immediata visita odontoiatrica, poiché malocclusioni dentali e altre patologie di questo tipo possono ripercuotersi sulla spina dorsale e sui muscoli dell’area. In caso di cadute, incidenti automobilistici con conseguente colpo di frusta e traumi simili, la muscolatura si contrae per proteggere la colonna vertebrale; una contrattura muscolare non adeguatamente curata può sfociare in dolore cronico. Non necessariamente le algìe sono localizzate nella parte colpita dal trauma, possono anche verificarsi in altre zone.

Origine del mal di schiena: discopatia, postura, stress

Qualora non siano evidenti altre cause, l’origine del mal di schiena può essere ricondotta in tre ambiti principali.

1.Meccanico/funzionale.

Il tipico disturbo meccanico/funzionale è la discopatia, causata da un prolasso o un’ernia del disco intervertebrale, cioè la giunzione inserita tra due vertebre e composta da un cuscinetto fibroso di consistenza gelatinosa racchiuso da un “cercine” esterno duro. Se il nucleo centrale, a causa di un trauma o altro, si schiaccia, il disco compresso tende a fuoriuscire dalla sua sede naturale, interferendo nel corretto equilibrio tra le vertebre e sollecitando in modo anomalo i nervi. L’ernia discale può essere contenuta, protrusa o espulsa. Nel primo caso, si è verificato solo un iniziale cedimento dei legamenti; nel secondo, i legamenti sono danneggiati ma il disco non è uscito dalla sede; nel terzo, il disco non è più inserito fra le due vertebre. L’ernia discale colpisce prevalentemente maschi fra i 35 e i 50 anni; si verifica più di frequente a livello lombare e si ripercuote sui nervi che partono da quella zona della colonna, come il nervo sciatico, che si dirama nelle gambe.

2.Posturale.

Il mal di schiena con causa posturale è dovuto ad abitudini, comportamenti e posizioni scorrette; si spazia dall’uso di mobilio non adeguato, sedie, poltrone, letti con materassi troppo morbidi, alle posture sbagliate, anche causate dall’attività lavorativa, come il restare troppo a lungo nella stessa posizione, seduti o in piedi, fino ai movimenti scorretti, come il modo sbagliato di sollevare un peso.

3.Psicologico.

Se si esclude ogni possibile causa fisica, l’origine del mal di schiena può essere ricercata in ambito psicologico, analizzando eventuali agenti stressanti di tipo psico-sociale. Una spia importante in questo senso sono i cosiddetti sintomi di “conversione”, descritti dal paziente in senso figurato con frasi come “Mi sento come se mi avessero pugnalato alla schiena”, “Soffro come se portassi addosso un peso insopportabile”. Capita spesso però che i pazienti non accettino una diagnosi di disturbo causato da stress, e rifiutino la psicoterapia, preferendo continuare a consultare specialisti e chiedendo trattamenti fisici e cure continuative, nonostante la causa dell’algìa non sia fisica.

Il dolore: dove e quando

Acuto

Un mal di schiena acuto si risolve al massimo nell’arco di 4-6 settimane, per quanto il 70 per cento dei pazienti superi l’episodio in circa due settimane. In genere il medico dispone ulteriori accertamenti solo quando si verificano le seguenti variabili:

 

  • paziente con età superiore ai 50 anni;
  • dolore che si presenta anche a riposo;
  • precedenti tumori;
  • temperatura corporea superiore ai 38° per più di due giorni, che può far sospettare un’infezione;
  • deficit neuromotori, che si manifestano con insensibilità, impossibilità a muoversi o camminare;
  • cadute o traumi di vario tipo;
  • abuso di alcool o droghe;
  • sospetta spondilite anchilosante.

Cronico

 

Se il dolore persiste per più di sei settimane, si è in presenza di un mal di schiena cronico. In questo caso il medico può prescrivere accertamenti anche sofisticati:

– la radiografia della colonna in ortostati (in piedi), che serve per controllare la curva della spina dorsale;

– la Tac, tomografia assiale computerizzata, per controllare anche i minimi eventuali spostamenti delle vertebre;

– la risonanza magnetica nucleare, che è ancora più precisa della Tac, è meno dannosa, ma è più costosa;

– l’elettromiografia, un esame che si effettua inserendo elettrodi ad ago nella pelle delle mani e dei piedi, e che serve per valutare la condizione dei nervi;

– determinati esami del sangue, ad esempio in caso di sospetto processo infiammatorio grave, come nel caso di spondilite anchilosante.

Qualora si evidenzino disturbi posturali, si rende necessario intervenire sia sullo stile di vita sia eventualmente sulle condizioni di lavoro, programmando un’attività fisica ad hoc ed evitando abitudini sedentarie.

Localizzazione dei dolori

 

Cervicale

I dolori a livello cervicale possono essere di vari tipi. La cervicalgia conosciuta col nome di torcicollo in genere si manifesta con un dolore improvviso e molto forte, localizzato in una specifica porzione della nuca e tale da impedire di voltare il capo verso destra o sinistra. Nelle manifestazioni più violente è accompagnata da nausea, vertigini, acufeni, agitazione, confusione mentale. La cervicalgia cronica necessita di cure perché può portare a mal di testa tali da risultare invalidanti. La cervicobrachialgia, detta anche nevralgia cervico-brachiale, coinvolge gli arti superiori, con un dolore che si estende fino alla mano e che può verificarsi a destra, a sinistra o bilateralmente. Per quanto riguarda l’artrosi cervicale, uno dei sintomi che la caratterizzano è il tipico rumore che si sente a livello cervicale muovendo la testa, e che assomiglia a sabbia che fa attrito.

Dorsale

Il mal di schiena con dolore dorsale è la manifestazione più rara, e in forma acuta si manifesta irradiandosi lungo le arcate costali. Può arrivare allo sterno e procurare difficoltà di respirazione.

Lombare

Quasi il 90 per cento dei casi di mal di schiena si verificano a carico della zona lombare, e in genere si avvertono quando si deve sollevare un peso da terra, con un dolore che si manifesta con una sensazione acutissima di strappo o bruciore, tanto da rendere seriamente difficoltoso quando non impossibile il raggiungimento della posizione eretta. Questo tipo di lombalgia, che in italiano viene a volte definita colpo della strega, e in inglese più appropriatamente low back pain, è di tipo a sbarra, trasversale nella parte lombare; quando si verifica un’irradiazione al nervo sciatico si parla di lombosciatalgia. Se non si tratta di episodi isolati ma diventa un dolore cronico, la causa va in genere ricercata in una postura errata; tenere una posizione eretta per troppo tempo, o stare troppo tempo seduti alla guida, sono tipici casi di comportamenti che possono sfociare in lombalgia cronica.

I benefici del sonno

Benefici del sonno: il dormire bene come alleato di salute e bellezza

 

Il tuo corpo e la tua mente hanno bisogno di riposare in modo confortevole durante la notte per poterti permettere di affrontare la giornata nel modo migliore.

Questo è un dato di fatto, ma entrando per un momento nel particolare sorgono spontanee alcune domande:

quali sono i reali benefici del sonno? Dormire bene ci può veramente aiutare a vivere meglio le nostre giornate? Quali benefici può avere sulla nostra salute e sulle nostre prestazioni fisiche e mentali?

Per rispondere in modo completo a queste domande bisogna elencare tutti i vantaggi e i benefici che il dormire bene durante la notte può apportarci.

Ricerche e studi hanno ampiamente dimostrato che la giusta quantità di sonno può:

Allungarci al vita

Iniziamo subito con i pezzi da novanta: secondo uno studio pubblicato su Sleep Medicine, le donne che dormono troppo o troppo poco hanno una durata della vita inferiore. Secondo diversi studi il tempo perfetto dedicato a Morfeo per notte per un adulto dovrebbe essere di 7 ore (o comunque compreso tra le 6 ore e mezza e le 7 ore e mezza).

Donarci salute

E’ ormai dimostrato che le persone che dormono poco hanno alti livelli di proteine infiammatorienel sangue; le infiammazioni è noto essere collegate a molte malattie come l’artrite, l’infarto, il diabete, solo per citarne alcune. Inoltre con una buona dose di sonno vedrai aumentare considerevolmente le tue difese immunitarie. Una carenza di sonno può portare anche ad un aumento della pressione sanguigna, mal di testa, un leggero innalzamento della temperatura corporea e un conseguente senso di malessere generale, gastralgie.

Allontanare l’ombra della depressione

Studiando le ore di sonno di 15.659 studenti adolescenti statunitensi, i ricercatori della Columbia University di New York hanno scoperto che nei ragazzi che dormono meno di 5 ore a notte il rischio di depressioneaumenta di più del 70%. Inoltre una mancanza di sonno rende in genere le persone più ansiose, agitate e aggressive.

Evitare problemi ormonali

Molte donne in età fertile dormono poco dedicando al sonno poca attenzione e sottovalutando l’importanza del dormire correttamente. In molti casi se il sonno è carente o disturbato si possono presentare delle conseguenze come: mestruazioni irregolari, ovulazione alterata, peggioramento della sindrome premestruale, ipertiroidismo dovuto a un mal funzionamento della tiroide.

Eliminare lo stress

Uno studio condotto su 20.822 ragazzi australiani di età compresa tra i 17 e i 24 anni ha dimostrato come quelli del gruppo che dormivano poco fossero decisamente più esposti a stress, oltre a essere più predisposti ad accumularne altro durante la giornata. Ricordiamo che anche lo stress è un fattore di rischio per molte malattie.

Mantenerci giovani e belli

Parlavamo prima di infiammazione e stress: questi sono i principali responsabili dell’invecchiamento precoce del nostro organismo e della nostra pelle prima di tutto. Una ricerca condotta in Svezia nel 20120 e pubblicata sul British Medical Journal dimostra come le stesse persone dopo una notte insonne vengano giudicate dagli estranei come meno attraenti e meno in salute, oltre a essere presi poco in considerazione durante colloqui di lavoro o in qualsiasi tipo di relazione.

Aiutarci a rimanere in forma

dimagrire e rimanere in formaMai sentito parlare di fame nervosa? La mancanza di sonno manda il nostro cervello in tilt spingendoci a mangiare di più durante il giorno e prediligendo il cibo spazzatura. Secondo l’Università di Chicago chi risulta ben riposato perde il 55% di grasso in più! A livello endocrino il dormire bene favorisce il mantenimento di buoni livelli di GH, o ormone della crescita che in caso di sonno disturbato scenderebbe a livelli troppo bassi portandoci ad un aumento di peso, un rallentamento generale del metabolismo ed ad un invecchiamento fisico precoce. Il dormire bene invece impedisce questo procedimento, donandoti un valido effetto antiage. Del resto chi dorme bene appare più sano e attraente, lo sapevano già anche i nonni, noi lo abbiamo solo confermato scientificamente.

Migliorare le prestazioni fisiche

Cheri Mah e i suoi ricercatori hanno preso in esame gli atleti della squadra di basket dell’Università di Stanford: aumentandogli le ore di sonno notturne hanno avuto unmiglioramento nelle prestazioni fisiche. Altre ricerche confermano come meno ore di sonno possano portare a un notevole calo prestazionale sul campo.

Aumentare la creatività

Mentre dormiamo il cervello rielabora tutti le esperienze vissute durante la giornata rielaborandone il significato e selezionando gli stimoli più importanti. Jeffrey Ellenbogen e i suoi collaboratori dell’Università di Harvard hanno verificato come dormendo si migliorino le capacità di elaborare soluzioni nuove del 33%.

Migliorare l’attenzione e i voti a scuola

I bambini inglesi che hanno un sonno frammentario per problemi respiratori come apnee notturne e il russare risultano aver più problemi di comprensione e di attenzione. Inoltre altre ricerche dimostrano come anche gli adolescenti che dormono poco rendano meno sui banchi e nello sport. La mancanza di sonno può portare a iperattività e scarsa attenzione, sintomi molti simili all’Adhd, come documentato su un articolo pubblicato su Pubmed Pediatrics.

Migliorare la memoria

Matthew Walker e altri ricercatori dell’Università della California di Berkeley hanno dimostrato come 90 minuti di sonno pomeridiano migliorino la capacità di memorizzare nuove informazioni (attenzione se soffrite di insonnia), mentre per fissare i ricordi c’è bisogno di un riposo senza pause e risvegli notturni, come dimostra una ricerca statunitense dell’Università di Stanford pubblicata su Proceeding of the National Academy of Science (Pnas) secondo cui quando il sonno viene interrotto la nostra capacità di immagazzinare le esperienze e le informazioni vissute durante la giornata viene compromessa. Risulta quindi più importante e proficuo unriposo continuativo piuttosto che abbondante (il cervello durante la notte valuta cosa è successo e cosa ricordare).

Conclusioni e curiosità

Concludendo il sonno porta con sé veramente tanti benefici per la nostra salute e giorno dopo giorno un riposo corretto ci garantisce legiuste energie per vivere la nostra vita al meglio.

Quindi non trascurate mai l’aspetto notturno della vostra vita, è importante almeno quanto quello diurno.

Se anche voi come milioni di persone avete difficoltà ad addormentarvi, vi svegliate spesso di notte o comunque il vostro sonno non è profondo e ristoratore vi consiglio caldamente di leggere: Insonnia? Difficoltà ad addormentarsi? Ecco le regole per dormire bene.

Prima di concludere volevo chiedervi se sappiate come mai ognuno di noi abbia una propria posizione preferita nel dormire, anatomicamente differente l’uno dall’altro? La risposta è semplice: ogni posizione nel sonno corrisponde a una differente personalità,

DORMIRE BENE

E’ IMPORTANTE

TANTO QUANTO

UN ALIMENTAZIONE SANA

Prof.Toso

Programma Professor Toso: una sana cultura del riposo

Professor-Toso

Prof. Benedetto Toso,

  • docente di Posturologia presso le Università Cattolica di Milano e la Sapienza di Roma

La nostra azienda che lavora da 10 anni per promuovere una sana cultura del riposo utilizza prodotti progettati in collaborazione col Prof. Benedetto Toso, docente di Posturologia presso le Università Cattolica di Milano e la Sapienza di Roma oltre che fondatore della Back School – Programma Toso (www.backschool.it), una rete di scuole della schiena presenti su tutto il territorio nazionale.La Back School si prefigge di prevenire e curare in modo efficace e duraturo il mal di schiena ed i dolori cervicali, oggi purtroppo molto frequenti e diffusi non solo tra gli adulti e gli anziani ma anche tra i giovani.

Abbiamo chiesto al Prof. Toso:

colonnaChe cosa è importante fare per stare bene con la schiena?
“È importante conoscere la colonna vertebrale e usarla bene nelle posture, nei movimenti quotidiani, durante gli sforzi e anche durante il riposo notturno”. Per agevolare l’uso corretto sono utili i sussidi ergonomici:
una sedia valida per chi lavora seduto, un supporto lombare per chi viaggia a lungo in auto e un letto confortevole e anatomico,
dotato di un cuscino altrettanto valido.

Normalmente la colonna vertebrale è diritta se la osserviamo posteriormente ma guardandola di profilo possiamo notare delle curve armoniose che le conferiscono una maggiore resistenza e la capacità di ammortizzare i numerosi carichi che essa riceve quotidianamente.

A che cosa servono le curve fisiologiche?

Una immagine che ci aiuta a comprendere il comportamento del nucleo polposo del disco è quella di una saponetta bagnata posta tra le mani. Solo quando le palme sono perfettamente parallele tra di loro la saponetta è stabile; si può esercitare anche una certa pressione ed essa non scivola. Ma basta una piccola divergenza a farla scivolare verso l’apertura. Lo stesso avviene per il nucleo polposo quando i piatti vertebrali che lo racchiudono non restano paralleli. Ebbene i piatti vertebrali sono, a due a due, paralleli tra loro quando la colonna vertebrale mantiene le sue curve fisiologiche.

CURVE FISIOLOGICHE DEL RACHIDE

curve-fisiologiche

L’atteggiamento in cui la colonna conserva le lordosi lombare (figura b) viene definita anche posizione neutra perché costituisce la posizione intermedia di equilibrio tra la flessione e l’estensione. Il nucleo polposo del disco non viene spinto né posteriormente, come avviene nella flessione (figura a) né anteriormente, come avviene nell’estensione(figura 5c).
In questo modo si comprende perché le curve fisiologiche sono benefiche: permettono alla colonna vertebrale di ammortizzare le pressioni e le sollecitazioni quotidiane. I carichi si distribuiscono uniformemente sulle strutture anteriori (disco e corpo vertebrale) e posteriori (faccette articolari). In questo modo la colonna è più solida, capace di sopportare senza problemi, pressioni anche elevate.

Materassi in memory Leffe Mg Evolution

Come è nato il memory foam?

Come abbiamo visto poco sopra il materiale memory, originariamente conosciuto con il nome Temper Foam, è stato inventato dalla NASA nei primi anni ’80 per assorbire gli effetti della forza G a cui erano sottoposti gli astronauti in partenza e di ritorno dallo spazio. Con questo materiale brevettato appunto dalla NASA venivano costruite imbottiture dei sediolini e quelle delle tute spaziali. Il brevetto è stato ad appannaggio delle NASA per circa venti anni.

Quando l’agenzia spaziale americana si decise a renderlo pubblico le aziende decisero subito di realizzare i primi materassi che contenevano questo materiale. Le sue caratteristiche di assorbimento del peso, della sua distribuzione e l’adattabilità che avevano al calore fecero subito pensare che si potesse costruire il materasso definitivo. La prima a percorrere questa strada fu la svedese Fagerdala World Foams.

Purtroppo i problemi incontrati nei primi anni riguardavano soprattutto il costo troppo alto della materia prima del Memory. Sembrava che tanto clamore fosse servito a poco e i primi materassi non ebbero un grande successo, proprio perché avevano un prezzo di listino troppo alto. Fortunatamente nel corso degli anni il costo di queste materie è sceso inesorabilmente e con esso anche il prezzo dei materassi memory, che ne frattempo erano cresciuti ed evoluti rispetto ai primi modelli. Lentamente quindi, ma inesorabilmente i materassi in memoria foam si sono ripresi lo spazio che meritavano.

Riposare bene con la schiuma di memoria

L’insonnia non viene ancora classificata come una vera e propria malattia, ma chi ne soffra sa benissimo quali sono gli svantaggi che porta durante il resto della giornata. Questa patologia può avere diverse cause, tra cui l’ansia, lo stress, i dolori all’apparato scheletrico e gli squilibri ormonali. A tutto questo si può benissimo aggiungere i problemi dovuti ai vecchi materassi, magari ancora a molle che non riescono più a sopportare il nostro peso quando ci mettiamo a letto.

Chi soffre di frequenti mal di schiena e ha avuto modo e piacere di provare i materassi con memoria ancora benedice il suo inventore. Il mal di schiena non è uguale in tutte le persone, ma varia da soggetto in soggetto. La colonna vertebrale si distingue in parte pelvica, lombare, toracica e cervicale. Le nostre vertebre, posizionate in maniera verticale, sono 33. la parte inferiore del nostro corpo la si associa alla parte pelvica e lombare delle vertebre, mentre la parte superiore la si associa alle vertebre toraciche e cervicali.

Va da se che riposare bene e su un materasso corretto per ognuno di noi è fondamentale. Riduce lo stress che provoca insonnia e migliora la vita di tutti i giorni. Chi soffre di frequenti mal di schiena dovrebbe cercare probabilmente nel proprio letto le cause di questi dolori. Molte volte trascuriamo cose importanti come la fase del sonno, dando più spazio e importanza alla fase in cui siamo svegli, ma in realtà molti ignorano che per vivere bene, bisogna riposare bene.

Perché la schiuma memory funziona?

Forse non ci crederai ma questo tipo è stato inventato dalla NASA per alleviare i dolori alle vertebre e supportare in maniera corretta la schiena degli astronauti che venivano lanciati nello spazio. Sia in fase di decollo che in fase di atterraggio infatti, gli astronauti e in particolare le loro colonne vertebrali vengono sottoposte ad uno stress fisico che molti di noi, quasi tutti, non sarebbero in grado di sopportare. Per alleviare stress la NASA ha progettato questo particolare materiale.

Se soffri di frequenti dolori alla schiena, dolori reumatici, malattie scheletriche oppure di artrite, la soluzione migliore che fa al caso tuo è un materasso memory foam. Questo particolare materiale è in grado di fornire un supporto efficace mediante stampaggio. Il materasso si adatta a qualsiasi forma del corpo e distribuisce il peso in maniera uniforme. Inoltre a differenza dei vecchi materassi a molle elimina completamente il problema relativo ai punti di pressione.

Dormendo su un materasso memory si alleviano molti tipi di dolori, come le emicranie, i dolori al collo, alleggerisce il capo e evita il digrignare dei denti (mai sentito tuo marito o tua moglie che si “morde i denti”?). Una delle caratteristiche migliori dei materassi memory foam è la loro sensibilità nei confronti della temperatura. Infatti a seconda della temperatura del corpo e di quella ambientale, cambia ed adatta la propria temperatura per fornire un comfort ancora maggiore.

Cosa fa il materasso in memoria?

Il materasso memory altro non è che un materasso realizzato con del poliuretano a cui vengono aggiunti altri prodotti che aumentano la sua densità e la sua viscosità. Per questo motivo i materassi in memory foam di una azienda possono essere completamente diversi da quelli di una azienda differente. A seconda dei materiali utilizzati e dalle loro quantità un materasso con schiuma di memoria può risultare più o meno rigido.

In funzione della temperatura ci sono poi materassi che risultano più morbidi e altri che risultano più rigidi. Per questo un materasso in memory foam andrebbe provato, per almeno qualche periodo e magari ritornato al produttore nel caso in cui non ci si trovasse a proprio agio e provarne un modello differente. Non è detto che quello che si adatta meglio al mio corpo si adatti bene anche a quello del tuo.

In generale comunque possiamo affermare che il memory sia un materiale soggetto alle variazioni di temperatura. Alle temperature più basse si indurisce, mentre alle temperature più alte si ammorbidisce. Più è alta la sua densità e più il materasso prende forma con il calore. Un meno denso invece col calore prende forma a seconda del peso. Si può quindi affermare che un materasso memory sia: auto modellante, assorbisce il peso distribuendolo uniformemente e minimizza i punti di pressione.

Struttura di un materasso memory

A differenza dei materassi in lattice o a molla, la schiuma memory si compone da più strati, almeno due. Infatti il materasso non è completamente in memory, se lo fosse ci sprofonderemo all’interno senza giovare di alcun beneficio, anzi sarebbe un male per la nostra salute. Per questo motivo si compone almeno di due strati, spesso tre quando viene messo anche sotto uno strato di memory.

L’altezza dello strato in memory superiore non è mai inferiore ai 5 cm. Se lo fosse perderebbe completamente la sua efficacia. Sotto di esso c’è sempre uno strato più “duro”. Questo serve ad assorbire il peso che poggia sul memory. Solitamente si usa uno strato di poliuretano espanso. Ma in commercio ci sono tantissime marche che utilizzano diversi tipi di poliuretano come il Elasgum, Acquatech o il Waterlily, addirittura c’è chi utilizza un materasso a molle nel centro.

In base al materiale che si utilizza per realizzare il materasso potremo averne uno più o meno duro, oppure leggero o pesante. Anche l’elasticità del materasso viene influenzata dai materiali di cui è composto. Difficile dire quale sia il migliore o il peggiore. Ci limitiamo a dire di evitare quelli con uno spessore del memory inferiore ai 5 cm e di privilegiare materassi in memory intermedi come durezza, almeno nei primi tempi, per fare il “callo” come si dice in gergo.

Prezzi dei materassi memory foam

Prezzi dei materassi memory foamNell’ultimo decennio siamo stati praticamente invasi dal materiale schiuma memory. Il nostro letto e il nostro modo di dormire sono completamente cambiati e si sono adattati a questa nuova “moda”. C’è da sottolineare che però oltre ad essere i materassi più diffusi al momento, sono anche quelli che apportano maggiori vantaggi e con il minimo delle controindicazioni. Ma quanto mi costa avere un letto completamente in memory?

Dipende. In commercio si possono trovare sia materassi che cuscini in memory che costano anche un bel po’. Ovviamente i prezzi variano in base a diversi fattori. Volendo tralasciare il fatto che un materasso singolo in memory costi ovviamente meno di uno matrimoniale, ci sono molti altri fattori che ne influenzano il prezzo finale. Prima di tutto la marca. Certo anche in questo caso la marca conta, più si fa pubblicità e più il suo prodotto dovrà ricoprire anche questo costo.

Poi come abbiamo potuto vedere i materassi memory non sono tutti uguali, anzi potremo dire che sono tutti diversi! Ognuno utilizza un tipo di materiale diverso per la realizzazione del proprio materasso e a seconda di essi il prezzo può notevolmente variare. Indicativamente mi sento di sconsigliare un materasso matrimoniale in memory che costi troppo poco (meno di 300 euro), perché probabilmente non risulterà né efficace e né di supporto per la nostra colonna vertebrale.